Siamo tutti un po' famosi
Finalmente ho pubblicato l'episodio 45 del podcast "Italian Stories In Italian". Questa volta ti parlo di leadership, fama e successo... e della divisione amministrativa dell'Italia .
Ebbene sì, ho fatto un altro dei miei voli pindarici ed ecco come sono arrivata a parlarti della divisione amministrativa dell’Italia, a partire da una riflessione sulla leadership.
Leadership e fama
Da alcuni mesi ho deciso di investire qualche ora del mio tempo in un percorso di formazione con una coach professionista. Prima di cominciare, non avevo la più pallida idea di cosa fosse il coaching, perché in Italia non è così comune come, ad esempio, la terapia. Mi sono fidata del mio istinto e della fiducia che mi trasmetteva la mia coach Jana, una ragazza americana che ho incontrato in un contesto molto lontano da quello lavorativo, ma questa è un’altra storia.
Recentemente, Jana e io stiamo lavorando sul concetto di leadership. “Parliamo del tipo di leader che sei”, mi ha detto lei con la sua rassicurante fermezza e io sono rimasta ammutolita. “Io una leader? Ma quando mai!”, mi sono detta.
Ho capito pian piano che il motivo per cui non mi percepivo come leader era che non avevo una chiara idea di cosa significasse essere una leader. Quando ho chiesto a Jana una definizione, lei mi ha risposto con una domanda: “Cosa significa essere leader per te?”. Non sapevo proprio cosa rispondere e mi sono quindi aggrappata a dei riferimenti che potessero aiutarmi. Ho dapprima pensato ai “big” come Steve Jobs, il cui discorso tenuto ai neolaureati della Stanford University nel 2005 è passato alla storia. Jana mi ha aiutata a chiedermi cosa sapessi davvero di come si comportano i famosi imprenditori con i loro dipendenti, al di là della loro immagine pubblica. Niente, non ne sapevo niente. Quindi, ho provato a restringere il campo e inevitabilmente sono finita indietro nel tempo, ripercorrendo la mia esperienza personale.
La prima volta che ho riconosciuto la leadership in qualcuno diverso dai miei genitori è stata al campo estivo della parrocchia, quando avevo 14 anni. Io ero una ragazzina scheletrica, ingenua e inesperta, che fino al giorno prima avrebbe preferito giocare con le Barbie piuttosto che doversi confrontare con un gruppo di pari. E invece in quel gruppo mi ci sono ritrovata immersa, circondata da ragazzi che a me parevano molto affascinanti, brillanti e intelligenti. Sapevano giocare a calcio, a pallavolo, a carte. Facevano battute di continuo, la maggior parte delle quali erano per me di difficile comprensione, e mi lasciavano con una faccia da pesce lesso mentre tutti gli altri ridevano. E, soprattutto, avevano solo due anni in più di me, ma già opinioni ferme su qualsiasi tema, specialmente sulla politica.
Tra di loro c’era un ragazzo, che qui chiamerò Alberto, che era molto carismatico. Alberto parlava con un tono di voce deciso e si esprimeva con un vocabolario ricco. Parlava velocemente, ma scandiva ogni parola in modo che tutti potessero capirlo. Parlava molto, Alberto, era un vulcano di idee e di proposte. Le sfide lo intrigavano, era un ragazzo ambizioso. Alberto era alto, prestante, con i capelli lunghi e biondi. Gli piaceva organizzare tornei, giochi a squadre ed era sempre in prima fila durante le escursioni in montagna. Inevitabilmente, riscuoteva un certo successo e aveva un certo seguito.
A quel tempo, il mio mondo iniziava in casa mia e finiva nei confini della mia parrocchia, tutt’al più del mio quartiere. Inutile dire che considerassi Alberto una persona famosa. Crescendo, per fortuna il mio sguardo e la mia percezione del mondo si sono allargati, e mi sono resa conto che la leadership e la fama possono esistere su tanti livelli diversi.
Come ti avevo raccontato nell’episodio sul campanilismo, in Italia c’è questa tendenza a dar maggior valore a tutto ciò che è locale, prima che nazionale. Di conseguenza tendiamo a dare più importanza ai “famosi” della nostra città, piuttosto che a quelli di altri luoghi, anche vicini. Alberto oggi gestisce un ristorante piuttosto rinomato, fa un lavoro a contatto col pubblico, che lo porta a essere noto tra gli altri ristoratori e i clienti. Alberto può essere considerato un personaggio famoso?
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